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Carrie: come Stephen King è diventato il Re

Story Highlights
  • Il primo grande successo di Stephen King: Carrie

Non è stato facile scegliere con quale titolo aprire la sezione libri di questo sito. La tentazione era di parlare di una nuova uscita o magari una nuova edizione di un classico o semplicemente una qualche nuova versione in edizione limitata. Alla fine però ho pensato di partire dall’autore che più di tutti mi ha accompagnato nella mia adolescenza e mi ha aperto un mondo per così dire: Stephen King. In particolare parlerò del primo successo di Stephen King: Carrie.

Voi avete un libro preferito di Stephen King? Io sì. Ed è Salem’s Lot. Non uno dei migliori a mio parere. Stilisticamente L’ombra dello Scorpione è migliore così per citare un classico. Salem’s Lot è un’opera ancora acerba, con qualche limite e che forse si rifà ad opere altrui MA…e qui c’è il ma: è stato anche il primo libro di King che ho letto. Non ricordo nemmeno come misi le mie mani su quel libro. Forse me lo prestò un mio cugino più grande. Fatto sta che a 13 anni lessi quel libro e mi aprì un mondo nuovo verso la passione per i libri. Fino a quel momento ero stato un lettore di fumetti ma ancora pochi libri. Da Salem’s Lot in poi i libri superarono i fumetti.

Da Salem's Lot a Salem è un attimo
Non trovato nulla su Salem’s Lot. Quindi ripiego su Salem. Che ci sta sempre bene

Eppure prima di arrivare a leggere Carrie, per me, sarebbero passati diversi anni. Solo qualche anno fa ho colmato questa lacuna. E credo sia un bene che la mia esperienza non sia partita da Carrie. Pur essendo un libro scorrevole, che si legge in poche ore, ha ancora dei limiti evidenti se confrontato ad altre opere del Re. In più la composizione epistolare non è certo la più semplice da affrontare. Ma forse dico questo solo per il confronto che viene spontaneo pensando a tutti i lavori di Stephen King.

Nonostante questi limiti che, per mia natura, finisco sempre per trovare, è un libro valido che si fa leggere e affronta tutta una serie di temi e motivi che, confrontati ad alcune opere dell’epoca, si possono definire innovativi. Pur conoscendo già il finale dell’opera(chi non lo conosce), è riuscito ad accattivarmi e incuriosirmi spingendomi a star sveglio fino a notte fonda pur di finirlo. Cosa si potrebbe chiedere di più da un libro del genere?

Ma qual è la genesi dell’opera?
Stephen King ottenne l’idea per Carrie al tempo in cui lavorava come insegnante di inglese in un liceo. Tuttavia dopo aver scritto appena 3 pagine le gettò via considerando quell’idea the “world worst loser”, l’idea più fallimentare del mondo. Per sua, e forse nostra fortuna, sua moglie Tabitha ripesco quelle pagine dal cestino e dopo averle lette, lo convinse a continuare, andando inoltre ad aiutarlo con la prospettiva femminile.

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Stephen e Tabitha King dopo che lei ha salvato Carrie dalla pattumiera

Ma, se l’idea gli sovvenne mentre lavorava in un liceo, il personaggio era un composto di due ragazze – indicate con gli pseudonimi di Tina White e Sandra Irving – conosciute da King ai tempi in cui era lui uno studente liceale. Le due ragazze, la prima bullizzata perchè vestiva gli stessi abiti a scuola ogni giorno e la seconda proveniente da una famiglia fortemente cristiana, ragazze che finirono col suicidarsi entrambe.

Per quanto riguarda il tema, invece, King ha descritto Carrie come riguardante “prima di tutto il modo in cui le donne trovano i propri, personali, poteri, ma anche riguardo tutto ciò che gli uomini temono delle donne e della sessualità femminile”. Non una prova da poco per un autore che, a seconda delle diverse opinioni, ha ricevuto nel tempo critiche proprio per la sua gestione dei personaggi femminili nei suoi romanzi.

Nobody: Second half of Carrie movies:
Con l’arrivo dell’estate e dei falò in spiaggia non siamo tutti un po’ Carrie?

Una volta completata l’opera però questa doveva essere pubblicata. Fino a quel momento King aveva provato a pubblicare altri romanzi, senza grande successo e viveva soprattutto pubblicando racconti brevi su riviste di vario genere.

Anche per Carrie le cose non furono semplici all’inizio. Carrie venne infatti rifiutato da 30 diverse case editrici prima che Doubleday lo acquistasse e gli pagasse un anticipo di 2.500 dollari(con cui lui comprò una Ford Pinto). La versione rilegata vendette solo 13.000 copie, ma la Signet comprò i diritti della versione paperback per 400.000 dollari, permettendo finalmente a King di lasciare l’insegnamento e diventare uno scrittore a tempo pieno. Questa versione finì per vendere oltre un milione di copie portandolo alla fama. Una fama consolidata dal successo ancor più roboante dei suoi due successivi libri Salem’s Lot e Shining che ottennero vendite, rispettivamente, per 3 e 4 milioni. Solo l’inizio della strada che lo avrebbe condotto a diventare un autore da 400 milioni di copie.

Articolo su Stephen King all'uscita di Carrie
Il sempre affascinante Stephen King in un’articolo da un giornale locale del 1974 che parla della pubblicazione di Carrie

Forse persino più famoso del libro è poi diventato il film di Brian De Palma. Del resto alla guida c’era uno dei maestri del cinema americano e una Sissy Spacek eccezionale. Questo senza considerare come la brevità, la semplicità diciamo, del libro ne facciano forse uno dei più “filmabili” tra le opere di King. Qui non c’è alcun mostro dalla forma inspiegabile o una tartaruga proveniente dal macroverso. Solo una ragazza e i suoi pazzi poteri assassini. Dritti al punto.

Locandina del film Carrie
Dite che questo sarebbe da considerarsi uno spoiler nella locandina o non dice niente agli incosapevoli?

Il film stesso, il primo grande successo cinematografico Kinghiano seguito poco tempo dopo da Shining, ha aiutato a far sì che il nome di King entrasse nell’immaginario collettivo.

Immagino sia per questa ragione che, quando è stato informato dei progetti relativi alla realizzazione di un remake cinematografico di Carrie, Stephen King avrebbe ribattuto commentando: “La vera domanda è perché, quando l’originale era così buono?”. Questo aspetto è abbastanza scontato ciò che davvero sorprende, almeno con il senno di poi, è che abbia suggerito Lindsay Lohan per il ruolo di Carrie White.

Chloe Moretz nei panni di Carrie nel remake
Un’immagine promozionale per il remake di Carrie. Forse un po’ troppo Cool per il personaggio

Questa seconda avventura nella storia di Carrie non ha ottenuto gli stessi risultati del primo.
Problematico era anche fare i conti con una prima opera così ingombrante. Tra questo film e quello del 1976 infatti c’era stato un Sequel(di cui onestamente scopro ora l’esistenza) e un film per la tv.
Infatti, pur non essendo stato un flop, con i suoi 80 milioni di incassi a fronte di un budget di 30 ed un 50% di rating su Rotten Tomatoes, è passato piuttosto inosservato. Credo sia emblematico come la valutazione generale di Rotten Tomatoes definisca il film come “Non necessario“. Non il massimo per un film.

Stando a quanto riportava Collider nel 2019, FX e MGM stavano lavorando a una miniserie legata a Carrie. Visto come non ci siano state altre notizie al riguardo e vista la doppia acquisizione delle due compagnie rispettivamente ad opera di Disney e Amazon, presumo sia lecito pensare che non ci aspettino nuove incursioni nel mondo di Carrie nel futuro prossimo.

E voi che ne pensate? Vorreste assistere a nuove versioni di Carrie o credete che i classici debbano restare tali?

Mike Ferro

Poco più trentenne, nato al Sud ho imparato l'inglese grazie ai fumetti e alle serie tv, tanto che alla fine, come tanti, me ne sono andato all'estero. Tornato in Italia quest'anno ho deciso di aprire un sito che mettesse assieme le due mie più grandi passioni: il mondo nerd e quello dei meme idioti.

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