Goonies never say die. Anche 36 anni dopo
Da quando sono tornato in Italia ho riscoperto il piacere di guardare la tv come alternativa allo streaming. E così ieri sera, mentre giravo tra i canali mi sono imbattuto in uno di quei classici che anche se hai visto e rivisto non puoi rivedere per la 104esima volta: I Goonies. E alla fine è forse vero quello che dicono i protagonisti: Goonies never say die. Anche 36 anni dopo.
Pur essendo nato nel 1989, alla fine degli anni ’80 e 4 anni dopo l’uscita del film, anche per me questo è uno dei film fondamentali della mia infanzia. Eppure anche adesso che ho trent’anni questo film continua a mantenere il suo fascino e, per usare quelle frasi fatte da tiggi delle 20, superare la prova del tempo. Ancora oggi, ad anni di distanza, ha una fanbase fedele, gadget e merchandising abbondante ed è sempre presente su almeno uno dei principali portali di streaming. Parlando di prova del tempo, giusto per partire con la nostalgia, ecco una foto del cast ieri e oggi
Ma prima di andare avanti, di cosa parla il film? Forse inutile dirlo ma ho scoperto che a differenza di altri classici degli ’80 questo film non è altrettanto noto. Diretto da Richard Donner (Tra gli altri il primo Superman), sceneggiato da Christopher Columbus(Mamma ho perso l’aereo tra gli altri) e prodotto da Steven Spielberg(mi rifiuto di specificare, se non lo sapete non avete mai visto un film). Un trittico all star che si esercita nella sua specialità: fare un film per ragazzi che non pensi ai ragazzi come a degli idioti.
Parla di un gruppo di ragazzini, i Goonies, termine che fa riferimento sia al quartiere di Goon Docks ad Astoria, dove vivono, che ai goonies o Sfigati dallo slang americano. Ragazzini che per una curiosa coincidenza si vestono, collettivamente, come Wayne Knight di Jurassic park.
A causa di un progetto di due imprenditori che stanno comprando il quartiere per costruirvi un campo da golf (cosa c’è di più ricco-bianco-snob? Non me ne vogliano i golfisti) si stanno preparando ad abbandonare quel quartiere e, forse, purtroppo separarsi. Mentre stanno mettendo roba nelle scatole per il trasloco finiscono con il trovare alcuni oggetti appartenenti al museo di cui il padre di loro è il curatore. In mezzo a questi oggetti nientemeno che la mappa del tesoro di un pirata che imperversava su quelle coste secoli addietro: One eyed willie o Willie l’Orbo.
Seguendo questa mappa e i suoi indovinelli raggiungeranno un promontorio ed una locanda. Proprio sotto questa locanda inizia un percorso sotterraneo traboccante di trabocchetti di ogni sorta, che riusciranno a superare lavorando insieme, da gruppo, da amici. Un percorso al cui termine li attende la nave di Willie l’Orbo.
Oltre ai trabocchetti però dovranno anche affrontare la banda Fratelli(stesso nome nella versione inglese, in cui forse non suona così strano come da noi), da poco scappata di prigione e guidata da Mamma Fratelli, qui interpretata da un Axl Rose in gran forma.
Ma troveranno anche inaspettati alleati come Sloth, figlio disprezzato della famiglia fratelli. Grande cuore e grande forza.
Un’avventura fantastica ma perchè ad oggi è ancora così piacevole vedere questo film?
Forse lo avrete già letto altrove e l’ho accennato anche io più su, ma è semplicemente perchè questi ragazzini sono veri, autentici. Così autentici che Donner disse che non avrebbe più lavorato con dei bambini perchè erano troppo difficili da controllare, chiassosi, soprattutto quando facevano gruppo come i protagonisti del film.
Chiunque di noi, soprattutto se un po’ Goonie, sfigato, sarebbe potuto essere parte di questo gruppo. Un gruppo che funziona non per la straordinarietà di uno di loro, ma perchè ciascuno di loro ha i suoi punti di forza e i suoi talenti. Tanto che non c’è un singolo protagonista. Si tratta invece di un ottimo film corale dove al centro c’è l’amicizia e la forza del gruppo.
E quando sei un ragazzino, ma anche più tardi, sono cose che ti rimangono dentro. Far parte di un gruppo, avere degli amici che ti guardano le spalle, di cui fidarti, sono cose di cui ognuno di noi sente il bisogno. E questi ragazzini così normali, alla portata, sembravano un buon gruppo di amici di cui entrare a far parte. Cose che valgono ieri quando avevi dieci e oggi che di anni ne hai 30.
Avrei potuto finire questo articolo con queste nostalgiche considerazioni ma volevo anche offrivi qualche easter egg, bloopers o sorprese, oltre a quelle nominate sopra nelle foto.
Quando Chunk chiama la polizia per denunciare i Fratelli, scopriamo che è solito fare scherzi alla polizia tra cui uno in cui diceva di aver visto “dei mostri che si moltiplicavano come bagnati”. Proprio come i Gremlins, film uscito l’anno prima, sceneggiato da Columbus e prodotto da Steven Spielberg. Accoppiata vincente.
Ad interpretare Sloth fu un Defensive Lineback della NFL american, giocatore dei raiders. Raiders di cui Sloth veste la maglia quando appare nel film per la prima volta.
Alla fine del film Data parla di una spaventosa Piovra che li avrebbe attaccati. Fa riferimento a una scena tagliata in cui i Goonies incontravano una piovra che avrebbero sconfitto proprio grazie a un’invenzione di Data. Qualcosa che hanno dimenticato di tagliare.
Proprio come il momento in cui Sean Astin chiama il fratello con il suo vero nome Josh e non con il nome del suo personaggio Brandon Walsh(sì, come quello di Beverly Hills).
Proprio Josh Brolin un paio di anni fa andò a una festa in maschera a tema anni ’80 sfoggiando il miglior costume dell’anno:
E proprio lui, pare, rovinò una scena cruciale. Richard Donner non gli permise di vedere la nave di Willie l’Orbo prima che venisse girata la scena per catturarne la vera, autentica meraviglia infantile. Peccato che quando videro la nave alcuni di loro imprecarono e pare che Josh se ne uscì con un bell’ “holy Shit”. Alla fine dovettero rifare la scena.
Il tesoro non poterono portarlo a casa, ma la mappa?
La mappa se la portò a casa Sean Astin(con il permesso degli altri). Ma anni dopo la madre di Sean trovando la mappa, pensando fosse cartaccia, getto vià la mappa che è oggi perduta per sempre. Roba da criminali.
Ed infine, per concludere: Chunk, dopo aver ottenuto la parte, contrasse la varicella. Per paura però di perdere il ruolo lo tenne nascosto e così, nella famosa scena dove balla sollevandosi la maglia è possibile vedere le macchie rosse della varicella. Onestamente non ci avevo mai fatto caso. Che occhio certa gente sull’internet. Ma almeno ho una scusa per offrivi il Chunk Ballerino
Se non avete notato questi dettagli in visioni precedenti e vi siete persi la trasmissione di ieri, potete sempre rifarvi andando a vederlo adesso, in streaming legale, su Netflix, qui.
Io ve lo consiglio. Da nerd a nerd.